
Tra gli ulivi, nel 2006, nacque la prima piccola tartufaia di famiglia. Da quel seme di esperienza è cresciuto in me il desiderio di continuare il cammino, ampliando la coltivazione e dedicando nuovi terreni al Tuber aestivum, il tartufo estivo, e al Tuber melanosporum, il tartufo nero pregiato. Oggi curo tre ettari di tartufaia che rappresentano un equilibrio tra tradizione, sperimentazione e rispetto per la natura.
La mia “febbre del tartufo” è nata nei boschi, durante le prime passeggiate con Marco, mio marito e compagno di vita, e le nostre quattro cagnoline.
Ricordo la prima scoperta: la terra che profuma, lo sguardo complice, il silenzio del bosco che si riempie di emozione.
Con il tempo ho conseguito il tesserino da tartufaia e ho scelto di vivere questa passione con rispetto e consapevolezza, seguendo i ritmi della terra e l’istinto dei miei cani.
Per me la tartuficoltura è un dialogo continuo con la natura, un modo di custodire ciò che lei decide di donare. Oggi il mio impegno è trasmettere questa passione ai più giovani, promuovendo una “cerca e cavatura dei tartufi” etica e sostenibile, nel rispetto della terra, degli animali e delle persone.
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