Nascosti tra gli ulivi, diciassette anni fa, vennero piantate le prime piante micorizzate di leccio, roverella e carpino, che oggi ci permettono di avere una florea produzione di Tuber Aestivum. Con questo tipo di coltivazione, ancora nuova e in fase di sperimentazione, ho intrapreso il percorso della tartuficoltura, realizzando nuove tartufaie.
La “febbre del tartufo”, però, fiorisce dalle prime passeggiate nei boschi in compagnia di Marco e delle nostre quattro cagnoline. Munita di tesserino mi sono addentrata nello spinoso mondo dei tartufai, per il quale oggi perseguo l’obiettivo di divulgare, soprattutto tra i giovani, un corretto comportamento di “Cerca e cavatura del tartufo”, nel rispetto della terra, dei propri amici a quattro zampe e degli altri cavatori.